sabato 16 maggio 2009

La Teoria dell'agire comunicativo



Suggerimenti utili per chiunque si accinga a gestire o partecipare ad un forum o qualsiasi altra forma di comunicazione tra esseri loquenti direttamente dalla Scuola di Francoforte..
Il filosofo Habermas pubblica, negli anni ’90, la celebre Teoria dell’agire comunicativo, in cui muove dai sociologi che l’hanno preceduto (Weber e Durkheim in primis) per poi pervenire a quelli contemporanei. In quest’opera, troviamo una tipologia delle forme di azione che ci aiuta a capire meglio ciò di cui la sociologia si è sempre occupata, nei suoi studi, o dell’individuo o della totalità;
Sintetizzando la tradizione che ha alle spalle, Habermas addiviene a una tipologia significativa dell’agire, individuando ben quattro tipi di agire:
1] agire strategico
2] agire regolato da norme
3] agire drammaturgico
4] agire comunicativo
L'agire strategico (detto anche “teleologico” o “strumentale”) : alla base di esso v’è il presupposto secondo cui noi agiamo in vista di scopi ben determinati (perciò è anche detto “agire teleologico”), adottando una certa strategia.(Non dovrebbe mai usarsi nei forum !) Ciò significa che a dirigere tale agire sono il calcolo dell’utile e dello scopo finale, un calcolo che è però chiamato a tener conto del fatto che il soggetto agente non è solo e sotto una campana di vetro, ma si trova invece ad agire in presenza di altri individui che agiscono come lui con razionalità strumentale e che dunque, perseguendo scopi simili o addirittura uguali, possono entrare in conflitto con lui. Secondo questa definizione, Robinson Crusue che, da solo sull’isola, agisce razionalmente rispetto allo scopo, non sta agendo strategicamente, giacché è il solo attore; si potrà dire che egli intraprende un agire strategico solo quando incontra Venerdì (e dunque gli attori sono due), anche se il rapporto di interazione tra i due si risolve rapidamente in quella che potremmo definire una “dialettica servo/signore”. Parlando di agire strategico, orbitiamo attorno al campo della forza e della frode: infatti, i soggetti che agiscono strategicamente non mirano che a determinati fini, per realizzare i quali non si curano affatto degli strumenti e, dunque, non esitano a ricorrere perfino alla frode e all’inganno nei loro rapporti con gli altri attori.
Agire normativo: scrive Habermas: “il concetto di agire regolato da norme presuppone relazioni tra un attore e due mondi: al mondo oggettivo degli stati di fatto esistenti, si aggiunge il mondo sociale dell’agire regolato da norme”. L’essere e il dover essere costituiscono due mondi diversi e antitetici. In sede giuridica, Hans Kelsen è il massimo esponente di questa concezione divisionista: egli, sostenitore del positivismo giuridico, distingue nettamente tra gli stati di fatto (l’essere) e le relazioni normative (il dover essere), con le quali ha a che fare il diritto. Scrive ancora Habermas: “come il senso del mondo oggettivo può essere spiegato in riferimento all’esistenza di stati di fatto, così il mondo sociale può essere spiegato in riferimento all’esistenza di norme”. L'agire normaivo può cioè essere accostato all’“imperativo categorico” kantiano: “se vuoi qualcosa allora devi fare così.. “ ( è usato dal forumista che scrive di regole da seguire.. )

L'agire drammaturgico: stando a questa terza forma, gli individui agiscono ai fini di un’autorealizzazione simbolica, quasi come se si mettessero in scena e recitassero con grande enfasi.( è usato nell'arte )Tale tipo di agire è così connotato da Habermas: “dal punto di vista dell’agire drammaturgico, intendiamo un’interazione sociale come un incontro nel quale i partecipanti costituiscono gli uni per gli altri un pubblico visibile e si rappresentano reciprocamente qualcosa”. È particolarmente importante la nozione di pubblico, che pure era in certa misura presente sia nell’agire strategico sia in quello regolato da norme. Nel caso dell’agire drammaturgico, il pubblico acquisisce la fondamentale valenza di essere costitutivo di quell’agire stesso, che si svolge fine a se stesso (si può parlare, in questa prospettiva, di “agire per l’agire”); si tratta, evidentemente, di un agire espressivo in cui rientra l’arte stessa. È la forma di agire in cui meglio sono racchiuse e custodite le componenti sentimentali dell’azione umana (le passioni, le volizioni, le pulsioni, ecc)
L'agire comunicativo, prevalentemente rivolto all’intesa ( si dovrebbe usare in tutti i forum !): si tratta di un agire in cui entra in gioco la dimensione linguistica, rientrante tra le caratteristiche che distinguono l’uomo dalle bestie: “si riferisce all’interazione di almeno due soggetti capaci di linguaggio e di azione che (con mezzi verbali o extraverbali..le emoticon?) stabiliscono una relazione interpersonale”. E' solo nell’agire comunicativo che il linguaggio ha pretesa di verità ed è finalizzato all’intesa, al consenso e alla condivisione di punti di vista e di immagini del mondo; e proprio sulla base dell’agire comunicativo, Habermas fonda una teoria della democrazia incentrata sul dialogo.
Nell'agire comunicativo i partecipanti perseguono i propri piani di comune accordo sul fondamento di una definizione comune della situazione.
Se una definizione comune della situazione deve essere prima concordata, oppure se i tentativi di intesa nel quadro di comuni definizioni della situazione falliscono, il conseguimento del consenso, che costituisce normalmente la condizione per il raggiungimento di un obiettivo, può diventare esso stesso lo scopo. (cioè la conversazione diventa uno scassamento di coglioni !)
I temi ( ad esempio le killers news ) hanno origine in connessione con interessi e obiettivi di azione di (almeno) un partecipante; essi definiscono l'ambito di rilevanza delle componenti della situazione suscettibili di tematizzazione e viene accentuato dai piani che i partecipanti ( voi !!) concepiscono sul fondamento della loro definizione della situazione onde realizzare i loro rispettivi scopi.
Costitutiva dell'agire orientato all'intesa, è la condizione che i partecipanti attuino i propri piani di comune accordo in una situazione di azione definita insieme. Essi cercano di evitare due rischi: il rischio di fallimento della intesa (quindi il dissenso o il fraintendimento) e il rischio del fallimento del piano di azione (quindi l'insuccesso).
Diceva u filosofo: “I partecipanti non possono raggiungere i propri obiettivi se non sono in grado di coprire il bisogno di comprensione necessario per le possibilità di azione della situazione". I partecipanti all'interazione, cioè, non sono orientati primariamente al proprio successo ma perseguono i propri fini individuali a condizione di poter sintonizzare reciprocamente i propri progetti di azione sulla base di comuni definizioni della situazione.
Secondo Habermas, infatti, è necessario distinguere tra l'uso linguistico puramente preposizionale mediante cui si dice che cosa accade o non accade e quello mediante cui si dice qualche cosa a qualcun altro, di modo che egli comprenda che cosa viene detto ! ..solo questo secondo modo di usare il linguaggio sarebbe comunicativo e costituirebbe il livello della riproduzione genuinamente sociale della vita.
Nel linguaggio utilizzato in vista dell'intesa, "il parlante in quanto esprime la sua opinione, comunica con un altro membro della sua comunità linguistica su qualche cosa nel mondo" si stabiliscono 3 relazioni:
Il parlante, cioè, istituisce una relazione con il suo mondo soggettivo (1) , in quanto esprime la sua opinione;
con il mondo dei fatti intersoggettivi (2) in quanto usa un'espressione comprensibile per l'uditore;
con il mondo dei fatti oggettivi (3), in quanto compie un'enunciazione su qualche cosa.
Il linguaggio usato a scopo comunicativo, quindi, incorpora strutturalmente l'orientamento all'intesa dei partecipanti;
infatti, si può considerare riuscito l'atto comunicativo solo se l'uditore accetta l'offerta contenuta in esso, prendendo posizione (sia pure implicitamente) con un sì o con un no sulle pretese di validità, criticabili in linea di principio, che il parlante avanza con il suo discorso e che riguardano se stesso e i suoi vissuti(1), il mondo intersoggettivo dei valori, delle norme, delle regole del vivere associato(2), il mondo oggettivo degli eventi naturali e degli stati di fatto(3),
Sulla base della partizione di Habermas dell’agire in quattro tipi, possiamo allora sostenere che, da un lato, l’agire strategico è direttamente connesso con la forza e con la frode e che, dall’altro lato, le altre tre forme di agire sono connesse con la giustizia.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

ALL ha detto...

Mi era rimasto proprio impressa sta lezione.. di niente : )

Anonimo ha detto...

salve amici Io ha aggiunto questo scrittura in questo blog si sta facendo un grande lavoro anche vedere il mio la mia pagina a http://www.bonuscomdeposito.pokersemdeposito.com/ circa di fare soldi a casa e esprimere le vostre opinioni!
scusa mio cattivo italiano
arrive detche

Le notizie sono come i rotoloni di carta igenica: quando finiscono siamo proprio nella merda !!