sabato 18 aprile 2009

Umano troppo Umano


Non avendo nè il tempo nè niente di interessante da scrivere per questo mese vi propongo la lettura di un vecchio articolo di un mio concittadino scritto qualche anno fa e che è sopravvissuto nella mia memoria per la sua bellezza..beh il fascino non è tutto frutto della sua pur abile penna ma dei meriti indiscussi di un filosofo come Nietzesche capace di risvegliare l'arcano che è in noi e farcene coscienti paradossalmente attraverso l'incoscenza.. una buona lettura..

L'UMANO CI PERSEGUITA :
E’ indubbio il fatto che per natura l’uomo sia composto da opposti e viva la maggior parte della sua esistenza trascinato tra pulsioni istintive ed elementi razionalizzanti. Ed è indubbio anche il fatto che ogn’uno di noi nel suo trascorrere si sia posto una domanda: perché questa dualità; questa doppia essenza; quale sono le motivazioni che la fanno scaturire?
Per rispondere alle mie, e alle probabili vostre domande, mi sento il dovere di chiamare in causa un’ uomo ,o forse più, che ha svelato la realtà del nostro vivere, che ha stracciato quel fatidico velo che ci nasconde le agognate verità. Il suo nome è Federico Nietzesche. Un uomo che ha speso parte della sua riflessione filosofica per risolvere il problema del dualismo umano, dell’eterno contrasto fra apollineo e dionisiaco. Fin dall’inizio l’obiettivo al quale Nietzesche punta e quello di criticare la morale umana come tale. Gli uomini si sono sempre trovati d’accordo nel sostenere che si debba giudicare il comportamento umano; e che questo giudizio è strettamente legato da determinati valori dei quali i principali sono il bene e il male. A questo punto Federico nelle sue ricerche giunge a sconvolgere, attraverso un testo di grande valore quale “al di là del bene e del male”, la stessa esistenza umana. Cito testualmente:” Si è preso il valore di questi valori come dato, come risultante di fatto, come trascendente ogni messa in questione; fino ad oggi non si è avuto il minimo dubbio o la minima esitazione nello stabilire il “buono” come superiore, in valore, al “malvagio” …Come? E se la verità fosse il contrario? Come? E se nel bene fosse insito anche un sintomo del regresso, come pure un pericolo, una seduzione, un veleno?” Per rispondere a questi inquietanti interrogativi Nietzesche procede all’analisi della morale cogliendone aspetti sconcertanti. La morale non è altro che uno strumento di dominio, di controllo del più forte sul più debole. La morale consiste infatti nell’istituzione di un sistema di valori grazie al quale gli uomini controllano i loro simili, e sono stati gli uomini stessi a stabilire che cosa sono il “bene” e il “male” e a costruire il sistema delle ricompense e delle punizioni. Grazie alla morale tanto amata ed ricercata dal popolo è nata la “differenza”, la “diversità”, la “povertà” e la “ricchezza”. L’umanità si è divisa in due schieramenti da una parte gli “schiavi” dall’altra i “signori” Entrambe gli schieramenti elaborarono una loro morale. Quella dei signori privilegia i valori dell’individualismo, della volontà di potenza, della fierezza e dell’orgoglio. Quella degli schiavi trova il suo principio chiave nel concetto di “ rielaborare nulla di proprio”. Sentire o fare qualcosa non per volontà propria, ma per una forma passiva di acquisizione di principi provenienti dall’esterno. Intenzionalmente questa massa di individui, che è la più numerosa, tenta di imporre a tutta la società principi e valori intenzionalmente mediocri, nuocendo in più modi alle personalità migliori. Così la società moderna sta assistendo al graduale ed inesorabile affermarsi del conformismo. Tale processo è alimentato dalle forze sociali più diverse: la scuola, la televisione, le ideologie politiche ormai sfatte, tutte assistite e seguite da questa enorme massa. Quindi considerata in tutto e per tutto la mortale tende ad indebolire l’uomo; un uomo più debole sarà vittima delle forze ideologico sociali che hanno imposto i sistemi etici. L’uomo così perderà la sua natura, le sue pulsioni e sarà spinto a credere nella società, in un anti-mondo diverso da quello suo proprio e naturale. Ma la natura si vendica. Reprimere non vuol dire cancellare. Perseguitati dalla morale, cacciati dal mondo, gli istinti irrompono nel mondo dell’uomo cercando il loro necessario sfogo ( non facciamo finta di non fare caso alle enormi e deplorevoli disgrazie quotidiane, causate da esseri umani che noi chiamiamo “mostri “. Ed è tutto frutto di repressione) Ed ecco allora spiegato questo eterno scontro di essenze. Tranquillizziamoci non è colpa nostra. L’unico consiglio che vi posso dare per risolvere l’intero quesito lo prendo da Sant’ Agostino che dice: “ Ama e fa ciò che vuoi”, sta a voi la scelta. (E. S.)

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