sabato 31 gennaio 2009

Lei mi odia ( non mettere le mani in tasca )


Vediamo se riesco a suscitare indignazione o solamente a farvi e farmi pensare un po'..
Semplicemente vi racconto un film di rainotte, contenitore cinematografico per nottambuli diretto da Gabriele La Porta su raiuno.
"Lei mi odia", questo il titolo di un filmone di Spike Lee che non potevo non registrare e guardare con molta attenzione. Poi succede che a volte ti passa davanti qualcosa che ti appartiene e ti coinvolge particolarmente e allora vorresti che tutti potessero guardarlo in prima serata.
Bollino rosso d'ordinanza per il solito film che tocca i cardini morali della società contemporanea e quindi va tenuto per pochi intimi relegandolo alla fascia oraria notturna..
Trama: un afroamericano è impiegato come ricercatore presso una società farmaceutica che lavora nientemeno che ad un vaccino contro l'aids . La competente autorità sanitaria nazionale nega l'autorizzazione alla commercializzazione del farmaco considerato non sufficentemente efficace e la società, anziché rischiare il crack economico per gli elevatissimi costi sostenuti, decide di immettere egualmente il vaccino sul mercato pur essendo consapevole della sua scarsa efficacia.
L'onesto ricercatore afroamericano decide di segnalare all'autorità per l'etica e la medicina l'intenzione fraudolenta del suo gruppo venendo immediatamente licenziato e messo sul lastrico dopo l'improvviso congelamento del suo conto bancario.
L'ex ricercatore riceve la visita inaspettata della sua ex ragazza che l'ha mollato poco prima delle nozze per fuggire con un'altra lei e adesso d'improvviso ricompare offrendogli diecimila dollari perchè lei e la sua nuova compagna possano realizzare il sogno di maternità di ogni coppia omosex.
Il giovane ricercatore, già traumatizzato per l' inspiegabile abbandono della sua ex, esita molto ma alla fine accetta la proposta per via delle sue difficili condizioni economiche.. : )) Si vede così coinvolto nel sogno latente di ogni maschietto: essere il titolare di un centro di fecondazione per lesbiche disinibite disposte a sborsare un mucchio di quattrini pur di concepire un figlio con lui, organizzato con tanto di liberatoria legale per il disconoscimento della paternità.
Nel frattempo per la denuncia della frode messa in atto dalla sua ex società farmaceutica l'ex ricercatore si attira le inimicizie dell' intero sistema economico americano legato al partito repubblicano di George W. Bush e si trova imputato per le presunte responsabilità legate alla gigantesca frode organizzata sulla pelle di milioni malati di aids e che la sua ex società vuole adossargli.
Il sistema di potere vuole punirlo per avergli fatto sfumare il gigantesco malaffare e tira fuori nel processo la storia della sua immorale attività riproduttiva per influenzare la giuria nel rito processuale statunitense. Quindi il centro di fecondazione per lesbiche diventa di pubblico dominio e va a spaccare l'opinione americana nella competizione elettorale tra repubblicani conservatori e democratici più liberali ( competizione che tra l'altro si sarà associata facilmente nell'immaginario collettivo alle recenti elezioni americane che probabilmente il film ha tentato di influenzare).
Fortunatamente l'ex ricercatore ha una prova schiacciate a suo favore costituita da una video- testimonianza di un suo collega suicidatosi prima che la società farmaceutica fosse coinvolta nello scandalo della gigantesca frode sui malati e viene assolto e interamente risarcito mentre per quanto riguarda l'accusa per l'attività immorale svolta con la sua ex compagna il giudice lo assolve riconoscendogli però la paternità di ben 19 figli messi al mondo dalle coppie lesbiche che a lui si erano rivolte..
Il titolo "lei mi odia" credo prenda spunto dalla tempestosa relazione tra il ricercatore afroamericano e la sua ex compagna che va a scoprire la sua omosessualità latente. Alla fine del film la donna va a formare un insolito nucleo affettivo a tre composto dalla sua nuova compagna e dal suo ex, padre di entrambi i loro figli.
Certo un filmone del genere mi rendo conto non sarebbe mai passato né in prima serata tv né al cinema nella nostra ipocritissima italia, ma internet per fortuna è e resta ancora una extraterritorialità libera.

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